Formare librai professionisti per garantire il futuro delle librerie indipendenti TwitterRodrigo Dias, presidente della Scuola librai italiani L’8 dicembre, nell’ambito della Fiera della piccola e media editoria, sono stati consegnati i diplomi agli allievi del terzo corso di alta formazione in gestione della libreria della Scuola Librai Italiani, SLI. Rodrigo Dias, presidente della SLI, già presidente dell’Ali dal 2000 al 2008, traccia un bilancio di questi primi tre anni di attività analizzando il contesto in cui la Scuola – e con essa i librai, di oggi e di domani - si trovano ad operare. «Siamo molto soddisfatti delle attività della Scuola. Nel 2007, organizzando il primo corso della SLI, volevamo rispondere all’esigenza, da anni manifestata da tanti colleghi e diventata prioritaria per l’Ali, di formare persone intenzionate a fare il nostro mestiere. Fornendo competenze professionali di alto livello, la Scuola contribuisce ad accrescere la qualità del settore librario italiano, analogamente a quanto fanno da anni le scuole di Francoforte per la Germania e di Montreuil per la Francia, con le quali, infatti, siamo in stretto contatto». Insieme all’Ali, i fondatori della SLI sono il Centro Studi Città di Orvieto, che ospita le lezioni nella propria sede e si occupa della segreteria dei corsi, e il Dipartimento di Economia e Direzione Aziendale dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che cura l’impostazione scientifica della didattica. «Sapere come gestire un’azienda. Conoscere le basi dell’amministrazione, della contabilità, della finanza. Essere in grado di fare un bilancio. Sono elementi assolutamente necessari per esercitare bene la professione di libraio – spiega Dias – e infatti costituiscono una parte fondamentale della didattica della Scuola». Insieme alle discipline economiche, alla SLI si apprende tutto quello che serve per diventare un libraio professionista. Oltre alle lezioni teoriche, gli studenti hanno la possibilità di ascoltare le testimonianze di personaggi del mondo editoriale e della cultura, di frequentare fiere specializzate e, soprattutto, di imparare il mestiere sul campo tramite stages nelle librerie. Inizialmente riservata solo ai laureati, la Scuola sta aumentando il numero dei posti assegnati ai diplomati - che si sono dimostrati molto motivati - con l’intenzione di superare lo stereotipo che vuole il libraio come un mestiere d’élite. Dopo aver “laureato” quasi cento librai professionisti, la Scuola è una realtà consolidata, dal prestigio riconosciuto, che guarda con ottimismo al futuro. «Le iscrizioni al quarto corso sono già iniziate. Per il quinto corso stiamo esaminando la possibilità di ridurre la durata a sei mesi, per andare incontro alle esigenze degli studenti che, arrivando da tutta Italia con notevoli sforzi economici, faticano a impegnarsi per un intero anno - continua Dias -. L’interesse che suscitiamo testimonia la validità dell’iniziativa. Per fare il libraio ci vuole passione. Il settore editoriale è quello che è: le soddisfazioni economiche sono molto relative. Fortunatamente riusciamo ad autofinanziarci, grazie ai tanti che credono nel nostro progetto, come gli editori che investono nella Scuola. Speriamo che anche gli enti locali prestino un po’ più di attenzione alla Scuola, che genera un indotto non indifferente per la cultura e l’economia della città di Orvieto e del suo territorio». La SLI, dunque, rappresenta uno dei pilastri su cui l’Ali punta maggiormente per affermare gli interessi dei librai italiani. «Formare librai competenti e capaci è una scelta vincente per l’Associazione. Le librerie indipendenti si stanno rendendo conto che in questa Scuola possono trovare risorse ed energie vitali per innovarsi e mantenersi competitive».